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Rischio di morte improvvisa per arresto cardiaco con gli antipsicotici

Già da tempo è noto che l'assunzione di psicofarmaci antipsicotici (neurolettici) aumenta il rischio di morte per arresto cardiaco. Non tanto pare perché tali 'farmaci' danneggino direttamente il cuore, quanto perché riducono la dopamina non solo nel cervello (come desiderano gli psichiatri per 'sedarci' od 'attutirci') ma in tutto il corpo quindi anche nel cuore. Lì nel cuore procurano con ciò un grave possibile pericolo, perché nel cuore la dopamina serve, serve a mantenere il ritmo del battito cardiaco. Col risultato che nel caso di un infarto anche leggerissimo dovuto ad altre cause, molto facilmente ci si rimane. Il tempo con cui si può ricorrere all'aiuto medico diventa ridottissimo, insufficiente.

La consorteria psichiatrico-farmaceutica cerca di minimizzare e non rendere noto questo grave pericolo, procurato indifferentemente da tutti gli antipsicotici, dato che tutti gli antipsicotici riducono la dopamina. Una ampia ricerca medica precedente di fine anni 2000, già resa nota qui in "Psicofarmaci", subdolamente prendeva nota solo di dati fino al 1990, lasciando con ciò sperare credere che i 'nuovi' psicofarmaci più recenti potessero essere meno affettii di questo pericoloso 'effetto collaterale'. Ma questa nuova ampia ricerca effettuata da un ampio coordinamento di gruppi medici ricercatori universitari olandesi, su un ampio numero di casi (554) di morte per arresto cardiaco, avvenuti tra il 1995 e il 2001, toglie questa speranza della psichiatria dei farmaci-per-anni : anche i più recenti antipsicotici sono colpevoli !

Dallo studio qui di seguito pubblicato risulta un aumento statistico medio di tre volte del rischio di morte improvvisa per arresto cardiaco tra chi prende correntemente psicofarmaci antipsicotici rispetto chi non li prende, senza molta differenza tra un farmaco e l'altro.

Dal recente "Archives of Internal Medicine - Vol. 164 No. 12, June 28, 2004 V", traduciamo l'abstract dell'articolo di Sabine M. J. M. Straus et Al " Antipsychotics and the Risk of Sudden Cardiac Death" (il testo originale è in coda):


Antipsicotici e Rischio di Morte Improvvisa per Arresto Cardiaco

Sabine M. J. M. Straus, MD; Gysèle S. Bleumink, MD; Jeanne P. Dieleman, PhD; Johan van der Lei, MD, PhD; Geert W. ‘t Jong, PhD; J. Herre Kingma, MD, PhD; Miriam C. J. M. Sturkenboom, PhD; Bruno H. C. Stricker, PhD


Precedenti - Gli antipsicotici sono stati associati con un allungamento del corretto intervallo di QT e con morte per arresto cardiaco improvviso. Solo poche ricerche epidemiologiche hanno investigato questa associazione. Abbiamo effettuato uno studio con casi controllati per investigare l'associazione tra uso di antipsicotici e morte improvvisa per arresto cardiaco, su una ben delimitata popolazione residente.

Metodo - Abbiamo effettuato uno studio su casi-controllati in una popolazione di base nell'ambito di un progetto di Informazione su Salute Primaria, con un database di osservazioni longitudinali con dati medici completi forniti da 150 medici di base. Tutte le situazioni di morte tra 1 gennaio 1995 e 1 aprile 2001, sono state prese in rassegna. Il classificare "morte improvvisa per arresto cardiaco" è basato sul periodo di tempo che è intercorso tra l'insorgere di sintomi cardiovascolari e la morte. Per ogni caso sono stati effettuati paragoni con almeno 10 casi di controllo randomizzati per età, sesso, data della morte, malattie. L'esposizione all'indicizzazione rispetto i farmaci antipsicotici è basata su tre categorie mutualmente escludentisi: il gruppo che ne fa uso corrente, il gruppo che ne ha usato nel passato, il gruppo che non ne ha mai usato.

Risultati - La popolazione studiata ha presentato 554 casi di morte improvvisa per arresto cardiaco. L'uso corrente di antipsicotici è risultato associato ad un aumento di tre volte del rischio di morte per arresto cardiaco. Il rischio di morte per arresto cardiaco è risultato più alto per chi usava antipsicotici basati sul butirrofenone [butyrophenone](*), per quelli con una dose giornaliera equivalente a più dello 0,5 standard [Ndt: lo standard consigliato per quel farmaco è considerato dose 1,0 ; lo 0,5 è quindi mezza dose], e per gli utenti da poco tempo tali (da meno di 90 giorni). E' risultata una associazione con gli antipsicotici più alta per morti bianche [cioè senza soccorso medico] (334 casi) che per morti in ospedale.

Conclusioni - L'uso corrente di antipsicotici in una popolazione generica è associato ad un aumento del rischio di morte improvvisa per arresto cardiaco, anche con dosi basse e per indicazioni diverse da schizofremia. Il rischio è più elevato tra i nuovi utenti, ma rimane elevato anche per gli utenti a lungo termine.

(*) Nota vers. ital:
farmaci in Italia derivati dal butirrofenone:
i derivati dal butirrofenone appartengono alla classe farmaceutica italiana NO5AD che è costituita (prontuario farmaceutico anno 2004) da: Haldol - Haldol Decanatos - Impromen - Piperonil - Serenase.


Archives of Internal Medicine

Vol. 164 No. 12, June 28, 2004 V

Original Investigation

Arch Intern Med -- Abstract: Antipsychotics and the Risk of Sudden Cardiac Death, June 28, 2004, Straus et al. 164 (12): 1293 --
http://archinte.ama-assn.org/cgi/content/abstract/164/12/1293?etoc


Antipsychotics and the Risk of Sudden Cardiac Death

Sabine M. J. M. Straus, MD; Gysèle S. Bleumink, MD; Jeanne P. Dieleman, PhD; Johan van der Lei, MD, PhD; Geert W. ‘t Jong, PhD; J. Herre Kingma, MD, PhD; Miriam C. J. M. Sturkenboom, PhD; Bruno H. C. Stricker, PhD

Arch Intern Med. 2004;164:1293-1297.

Background  Antipsychotics have been associated with prolongation of the corrected QT interval and sudden cardiac death. Only a few epidemiological studies have investigated this association. We performed a case-control study to investigate the association between use of antipsychotics and sudden cardiac death in a well-defined community-dwelling population.

Methods  We performed a population-based case-control study in the Integrated Primary Care Information (IPCI) project, a longitudinal observational database with complete medical records from 150 general practitioners. All instances of death between January 1, 1995, and April 1, 2001, were reviewed. Sudden cardiac death was classified based on time between onset of cardiovascular symptoms and death. For each case, up to 10 random controls were matched for age, sex, date of sudden death, and practice. Exposure at the index date was categorized as 3 mutually exclusive groups of current use, past use, and nonuse.

Results  The study population comprised 554 cases of sudden cardiac death. Current use of antipsychotics was associated with a 3-fold increase in risk of sudden cardiac death. The risk of sudden cardiac death was highest among those using butyrophenone antipsychotics, those with a defined daily dose equivalent of more than 0.5 and short-term ( < 90 days) users. The association with current antipsychotic use was higher for witnessed cases (n = 334) than for unwitnessed cases.

Conclusions  Current use of antipsychotics in a general population is associated with an increased risk of sudden cardiac death, even at a low dose and for indications other than schizophrenia. Risk of sudden cardiac death was highest among recent users but remained elevated during long-term use.


From the Pharmaco-epidemiology Unit, Departments of Epidemiology & Biostatistics and Internal Medicine (Drs Straus, Bleumink, Dieleman, Sturkenboom, and Stricker) and Department of Medical Informatics (Drs Straus, Dieleman, van der Lei, ‘t Jong, and Sturkenboom), Erasmus Medical Center, Rotterdam, the Netherlands; Medicines Evaluation Board, the Hague, the Netherlands (Dr Kingma); Inspectorate for Health Care, the Hague (Drs Bleumink and Stricker); and the Department of Clinical Pharmacology, University of Groningen, Groningen, the Netherlands (Dr Kingma). Dr Sturkenboom acted in a consultant capacity for Lundbeck SA (France) regarding the safety of an atypical antipsychotic (sertindole) and appeared before the Committee of Proprietary Medicinal Products (CPMP) regarding the safety of sertindole. Dr Sturkenboom is responsible for scientific research conducted with the IPCI database in the Netherlands, which is supported by project-specific grants from various pharmaceutical companies: GlaxoSmithKline, AstraZeneca, Merck, Pharmacia, Sanofi, Pfizer, Schering, Bristol-Meyers-Squibb, EliLilly, Wyeth, and Yamanouchi. None of the projects concern antipsychotics.


In This Issue of Archives of Internal Medicine

Arch Intern Med. 2004;164:1264.


NO!PAZZIA www.nopazzia.it - PSICOFARMACI - 20 ott 2004