difficoltà di Dismissione degli Psicofarmaci antipsicotici - Assuefazione

(prima vers. 1 dic 003)

ATTENZIONE: è controproducente smettere gli psicofarmaci di colpo, specialmente se sono anni che li si prende. Infatti il corpo del paziente reagisce alla somministrazione del farmaco producendo alcune sostanze, responsabili di alcuni "effetti collaterali" di solito poco visibili. Queste sostanze di reazione continuano ad essere prodotte per qualche tempo durante e dopo la dismissione, provocando alcuni di questi effetti ''collaterali" in maniera ora molto più netta di quando si prendeva la dose intera del farmaco, specialmente se si smette troppo precipitosamente. Si ha così durante la riduzione dei farmaci e anche per alcune settimane dopo la completa dismissione, un aumento di effetti prima marginali quali vertigini, conati di vomito, sbavare copiosamente, bocca secca, irrefrenabili tremori delle mani, anche irrequietezza a stare fermi ansia angoscia .. .

Non sono effetti psicosomatici dovuti alla pazzia che ritorna, ma fenomeni conseguenza della assuefazione ai farmaci, è appunto dismissione difficile a causa della conseguita assuefazione. Effetti un pò diversi ma meccanismo simile a ciò che si ha nella dismissione di droghe pesanti. Comunque il veder uscir fuori questi fenomeni abnormi provocano preoccupazione, ansia, paura. Gran parte degli utenti dei servizi di salute mentale che tentano di dismettere i farmaci si spaventano molto e ritornano alla dose normale; alcuni per l'ansia cercano colpevoli reali od immaginari e rivanno perciò facilmente 'fuori di testa'.

In realtà il fenomeno è più leggero se la dismissione è lenta e graduale. Inoltre questi fenomeni in ogni caso smettono e scompaiono completamente quando il corpo ripristina finalmente col tempo la situazione normale, ma ci vogliono da alcune settimane a anche due tre mesi dopo la completa dismissione, a seconda del tipo del farmaco della dose della sensibilità individuale del tempo di assuefazione della rapidità di dismissione. Ma comunque poi scompaiono. [vedi ad es. qui nel settore Sopravvissuti le memorie di Schizo Anonyme]

In più i farmaci antipsicotici, cioè neurolettici e litio, sono per loro caratteristica principale soprattutto attutenti. La psichiatria richiede loro di rendere il paziente stabilmente calmo e tranquillo. Per ottenere ciò tutti i neurolettici, ad es., riducono di molto la dopamina nel cervello. Ma il corpo non è d'accordo e cerca di reagire a questo effetto dei farmaci reagendo al contrario, con il risultato che alcune delle controsostanze prodotte cercano proprio di aumentare la dopamina, quindi provocano un effetto eccitante.

Questo effetto di reazione del corpo ai farmaci, sostanzialmente eccitante, è il secondo effetto globalmente negativo che si manifesta durante la dismissione dei farmaci. Infatti l'effetto di eccitazione non è normalmente visibile perché è sovrastato dal farmaco finché lo si prende, ma non più quando lo si smette. Quando si dismette il farmaco, il farmaco ben presto non c'è più in circolo nel corpo, ma c'è per parecchie settimane - anche due tre mesi - c'è ancora una produzione da parte del corpo delle stesse sostanze blandamente eccitanti di prima, ora sole in circolo. C'è un effettivo effetto di eccitazione, tutto sembra finalmente facile e radioso, il cielo e la sorte sono con noi .. . E' un ritorno della pazzia ? E' un effetto di assuefazione ? Psichiatria e antipsichiatria si combattono strenuamente ai ferri corti su questo punto, se sono effetti di assuefaziuone o nuova 'ricaduta' in malattia. La psichiatria, spalleggiata da tutta la potenza mediatica e finanziaria e corruttiva dell'industria farmaceutica, sostiene che è un ritorno della pazzia non più contenuta dai farmaci. L'antipsichiatria che è un effetto negativo dovuto all'assuefazione dei farmaci, assuefazione non ancora risolta. Una cosa documentata è che con alcuni farmaci - litio, clozapina - è molto più facile dismettendoli andare fuori di testa che con altri farmaci: se la 'ricaduta' fosse solo dovuta alla pazzia che ritorna, non si dovrebbe avere una grande differenza tra un farmaco e l'altro, quindi arguisce l'antipsichiatria, è più una coda dovuta al particolare tipo di farmaco cioè alla particolare assuefazione .. .

Un effetto di assuefazione c'è anche per i 'farmaci' antidepressivi. Con gli antidepressivi se si attua dismissione, anziché una eccitazione un andare 'su di giri' come nei neurolettici, si ha al contrario il precepitare nella depressione più nera, quale non si aveva mai avuta prima della "cura". Cosa logica dato che gli antidepressivi sono di fatto eccitanti, quindi il corpo reagisce contro loro producendo sostanze attutenti, che diventano visibilmente attivi per un certo periodo quando il farmaco è tolto.

Così di fatto tutti gli psicofarmaci costruiscono una gabbia intorno al paziente, nel senso che non si può dismetterli facilmente, perché al tentativo di farlo si manifestano subito forti fenomeni contrari sia fisici che psicologici (riimpazzire o depressione a seconda se antipsicotici o antidepressivi). Riteniamo con l'antipsichiatria come essenzialmente dovuti all'assuefazione.

Il fatto è che l'industria farmaceutica ricava miliardi e miliardi dai farmaci antipsicotici e ancor più da quelli antidepressivi; la psichiatria non può riconoscere che i suoi farmaci danno una pesante assuefazione; all'industria farmaceutica conviene che si prenda i suoi farmaci per sempre. Perciò gli effetti di assuefazione degli psicofarmaci sono accuratamente celati al grosso pubblico, ai pazienti, ai familiari. L'antipsichiatria ha pochissimi mezzi e voce e credito, ... il risultato è che il grosso pubblico è tenuto accuratamente all'oscuro della assuefazione.

Riepilogando, nel caso dei neurolettici, a causa di entrambi questi effetti, effetti fisici secondari strani e stressanti e facile eccitazione combinati, c'è spesso fino ad un 50% di probabilità di nuovo "andar su di giri" cioè ricadute, rischio che perdura fino ad alcuni mesi dopo la completa dismissione (tra i più pericolosi di ricaduta il litio e la clozapina, ma tra gli altri 'farmaci' nessuno è salvo).

A causa di questi rischi, smettere gli psicofarmaci solo se di spirito tranquillo e ben decisi. Smettere sempre a piccoli gradini, impiegandoci parecchi mesi. Con tenacia, tenendo presente che alcuni "effetti collaterali" probabilmente aumenteranno, però dopo uno o due mesi dopo la completa dismissione svaniscono del tutto.

Se si decide di fare la dismissione va impiegato da un minimo di sei mesi a più di un anno, a seconda dell'età e da quanti anni assuefatti, riducendo gradualmente con pazienza. Ovviamente le iniezioni depot non è possibile ridurle gradualmente, inoltre dato che hanno il difetto grave che nei primi giorni dopo l'iniezione possono mandare in una depressione grave, insistere in ogni caso con calma ma fermamente di farsi cambiare a pillole e pasticche.

E' molto difficile trovare medici che aiutano nella dismissione, tutti hanno paura di possibile nostro andar di nuovo "fuori di testa". Dato comunque che gli psicofarmaci non curano una deficienza del cervello, ma solo attutiscono il cervello, non sono affatto necessari né al corpo né al cervello, anzi alla lunga molto dannosi, si possono perciò smettere. Gli psichiatri vi diranno il contrario, ma mentono, è che insieme ai familiari hanno paura di nostre "ricadute", hanno una paura panica che commettiamo atti 'pericolosi a noi e agli altri', di rimetterci in carriera e prestigio. In realtà i loro psicofarmaci né riducono molto i 'sintomi' (deliri, allucinazioni, ..) né riducono la 'pericolosità' , che anzi aumenta se sopra al farmaco si prendono eccitanti quali alcool droghe. Però così loro stanno tranquilli, perché risulta che stanno "curando" secondo le tabelle dei prontuari medici - approntati dall'industria farmaceutica -. Hanno le spalle coperte; ma noi ci rimettiamo in salute fisica e anche mentale, sempre più al passare degli anni di "cura".

Ma, se è sempre molto pericoloso aumentare qualsiasi farmaco, non lo è ridurre questi farmaci non curanti, solo bisogna stare attenti all'assuefazione conseguita dal loro uso, a ridurre gli effetti dell'assuefazione che si manifestano pericolosamente durante la dismissione. Se non ci aiutano nella riduzione i medici, è nostro diritto ricorrere al "fai da te" ! Ma stando attenti ! Non precepitandosi !

Tra questi effetti c' è ripetiamo un aumento di rischio di riandare 'fuori di testa' dovuto agli effetti eccitanti di reazione del corpo all'attutimento prodotto dai farmaci, ora non più soverchiato dai farmaci. Tenerlo ben presente, cercare di controllare in partenza un possibile nuovo 'andare fuori di testa', 'su di giri' , allucinazioni. Fare una analisi tra sé e sé di quel che si era creduto nell'ultimo impazzimento, .... . Tener presente che nessuno in questo mondo attuale è disposto a dar credito a chi sostiene influenze dirette del destino, capacità magiche, investiture religiose, ... ; anzi tutti ti rimandano ben presto alla neuro .. ! Tener presente che la teoria da noi ritenuta plausibile anzi vera, di solito dopo pochi giorni si rivela a noi stessi inconsistente ... . Distinguere tra sensazioni autentiche ed allucinazioni. Non dire troppa importanza alle allucinazioni, ma nemmeno togliere loro completamente senso. Il prender tempo, distrarsi, fare qualcosa di semplice facile, è quasi sempre la migliore azione contro sia l'andar troppo su di giri, che l'andare troppo giù, che l'ingolfarsi in sensazioni allucinate chi ce le ha, ..

Se possibile trovare medici disposti ad aiutarci nella dismissione, altrimenti un buon fai da te è :

Metodo generale di dismissione (neurolettici e litio): ridurre a gradini del 10% della dose giornaliera, ad es. se quattro pasticche, ognuna da 50 milligrammi, per un totale di 200 milligrammi giornalieri, si dovrebbe passare a 180 milligrammi, cioè tre pasticche e mezza - sarebbero 175 milligrammi, una piccola differenza poco influisce. Sostare nel gradino da quindici a venti giorni, o più se effetti collaterali gravi o assuefatti da molti anni. Se per la riduzione la pasticca è difficilmente divisibile, si modifica il tempo ad es. anziche 6 pasticche in tre giorni si riduce a 5 in tre giorni cercando di spaziarle ugualmente nel tempo (una ogni 7 ore circa). Dopo la ventina di giorni ridurre un altro 10%, perciò passare a 160 milligrammi, nell'esempio di sopra 3 pasticche pari a 150 grammi . Piccole differenze in più o in meno influiscono poco. Continuare così a gradini successivi del 10% iniziale ogni ventina di giorni. (in questo esempio si finirebbe in 200 giorni quasi sette mesi) . Però se gli effetti collaterali sono grossi permanere nel gradino senza ridurre per altri 20 giorni. Il tempo del gradino è meglio più lungo (30 o 40 giorni) se assuefatti da parecchi anni e anziani.

Ma è altrettanto importante la situazione psicologica e di vita, quindi smettere gli psicofarmaci solo se la situazione di vita circostante è buona, si è di spirito tranquillo, si è ben decisi. Una volta deciso ed iniziato, portare avanti il lavoro di dismissione con pazienza, tenacia e sopportazione. Tenendo presente che gli "effetti collaterali" probabilmente aumenteranno, però dopo uno o due mesi dopo la completa dismissione svaniscono del tutto. Svaniscono come neve al sole. Ma riducendo possibilmente anche caffé, sigarette, alcool, the, ..., che se sotto farmaci non facevano quasi effetto, ora lo faranno eccome. Prepararsi dei modi di passare il tempo se svegli di notte (libri televisione, videocassette, ma consigliamo che siano svaghi che siano poco impegnativi) appunto per star soprattutto attenti a non 'andar su di giri' a causa dell'ansia insonnia .. . Anche imporsi di non fare niente almeno un giorno a settimana, nemmeno congetturare pensare, per far riposare il cervello. L'intrecciarsi del cervello per il troppo pensare è il pericolo maggiore. Quindi farlo riposare non sovraffaticandolo. Non pensare troppo, non congetturare troppo.

Si è fuori pericolo da ricadute dovute all'assuefazione solo dopo qualche mese la completa dismissione e scomparsa di tutti i sintomi secondari. 

Dopodiché ognuno ha il diritto, secondo no!pazzia, di andare "su di giri" o "giù di giri" o cercare "voci e visioni", di nuovo - è solo un modo di affrontare la vita -; quel che è da evitare è di farlo da ingenui più a causa degli effetti ritardati dei 'farmaci' psichiatrici, e della disinformazione in proposito, che della nostra supposta 'pazzia' !

Dopo auguriamo senz'altro una nuova buona pazzia !

L'assuefazione da farmaci neurolettici vecchi e nuovi e litio si contrae dopo alcune settimane di utilizzo (con una certa variabilità individuale, sicuramente c'è dopo due mesi d'assunzione). Le industrie farmaceutiche e gli psichiatri sottacciono e sminuiscono spesso mentono su questo grave effetto - l'assuefazione - dei loro 'farmaci'.

Date tutte queste difficoltà della dismissione, nel caso di ricoveri per la prima volta in TSO ospedaliero (Trattamento Sanitario Obbligatorio -attuale legge 180) - stiamo parlando di non ancora assuefatti - NO!PAZZIA consiglia di buttare sempre tutti i farmaci subito dopo il TSO, volontario o forzato che sia, se il ricovero si è tenuto al di sotto di tre massimo quattro settimane. Se TSO forzato per legge non dovrebbe superare le due settimane massimo - spesso lo protraggono a tre settimane -; non c'è di solito in questo spazio di tempo ancora assuefazione, spesso non c'è fino a quattro-cinque settimane; si possono in questi limiti di tempo smettere subito i farmaci 'assegnati per casa', smetterli di colpo, lo consigliamo senz'altro ! Per chi era da prima del TSO già assuefatto, va effettuata la dismissione molto lenta - vedi sopra come - ma appunto solo quando si è di spirito adatto e ben decisi (ma gli psichiatri di orientamento antifarmacologico consigliano la dismissione come molto opportuna passati i 45 anni, a causa dell'aumento di rischio con l'età di effetti collaterali gravi - rischio di morte se infarto anche lieve, rischio di diabete, reni, discinesia, ..,- ).

La attuale legge vigente 180 - detta Basaglia - non obbliga affatto a prendere i farmaci a casa - solo durante il TSO ospedaliero c'è l'obbligo! (cercare però, tornati a casa, di non forzare le pretese personali, evitare discussioni e conflitti in famiglia, altrimenti i familiari chiedono un nuovo TSO .. e gli psichiatri si ritengono autorizzati a minacciarlo ... molti giudici li autorizzano ... se non si ha una alternativa non troppo appiccicata dalla famiglia, si finisce fregati a vita !)

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Vedi materiali sugli effetti dei farmaci e sugli effetti di dismissione all'interno in "psicofarmaci" in particolare per neurolettici e litio il file "Peter Breggin - David Cohen: Reazioni di dismissione da farmaci psichiatrici" ; nonché i libri : Peter Breggin: Toxic Psychiatry; Peter Breggin e David Cohen: Whay end How to Stop Psychiatric Drugs; tra poco disponibile in inglese ora in tedesco un libro che descrive esperienze reali di dismissione curato da Peter Lehmann www.enusp.org ; legge 180-Basaglia in www.ecn.org/telviola.