NO!PAZZIA   Alternative

[aggiunta 1 gennaio 2005 : la "Casa del fuggitivo", Weglaufhaus, la casa-rifugio gestita a Berlino dall'antipsichiatria per ricoveri volontari per emergenze 'fuori di testa', in piedi dal 1996, continua ad esserci valida ed attiva come sempre, con una media di 13 - 14 rifugiati (ricordo che per statuto della Casa non possono restare più di tre mesi). Ora 13 dic 2004 una lieta notizia: alla Casa è stato conferito il premio "Ingeborg-Drewitz" per il particolare impegno a favore dei diritti dell'uomo. E' possibile vedere foto dell'avvenimento andando a

http://www.peter-lehmann.de/laudatio.htm#freude

, in particolare la foto del Ludger Bruckmann, che, in qualità di rappresentante del team, ha preso in consegna il premio .

per congratulazioni rivolgersi direttamente alla Runaway-House: mailto:weglaufhaus@web.de ]

(vedi links ed aggiornamenti in fondo)


Iris Holling

La casa-riparo o "casa-del-fuggitivo" "Weglaufhaus" di Berlino - Tre anni di pratica antipsichiatrica

Villa Stöckle ("Weglaufhaus") - Berlin

Pubblicato in: Changes -An International Journal of Psychology and Psycotherapy (England), Vol. 17 (1999), p. 278-288 -
- traduzione della versione in inglese presente in http://www.weglaufhaus.de/literatur/iris_eng.html


La casa-riparo di Berlino >> Weglaufhaus << [ndT: runaway-house = casa-per-fughe; casa-del-fuggitivo, intendendo dalla psichiatria] è stata finalmente aperta l'1 gennaio 1996, dopo 10 anni di pene per realizzarla. E' la prima istituzione antipsichiatrica che è stata gestita in modo da ottenere fondi ufficiali, quale centro di crisi per sopravvissuti (*)   alla psichiatria  senza casa. La casa-riparo è il posto per persone che vogliono tenersi alla larga dalla porta girevole della psichiatria ed hanno deciso di voler vivere senza diagnosi psichiatriche e senza psicofarmaci. Apre uno spazio fuori od oltre la rete (sociale) psichiatrica che rende le persone dipendenti, uno spazio in cui i residenti tentano di riacquistare controllo sulla loro vita. Qui essi possono aver riparo, riacquistare forze, parlare delle loro esperienze, sviluppare piani per il futuro senza il punto di vista psichiatrico di malattia, che blocca l'accesso alle loro speranze e non considera le loro difficoltà personali e sociali. Il rifiutare qualsiasi diagnosi apre nuove prospettive alla vita di persone che per anni sono state ridotte a categorie di sintomi da combattere. Ai residenti della casa-riparo torna la responsabilità di se stessi.

Ci sono voluti dieci anni di battaglie

La casa-riparo è un frutto (**) del movimento dei sopravvissuti in Germania. Prima di diventare un gruppo all'interno del Lunatics' Offensive (Irren-Offensive), un gruppo di autoaiuto per sopravvissuti, la Associazione per la Protezione contro la Violenza Psichiatrica (Verein zum Schutz vor Psychiatrischer Gewalt e.V.) fu fondata nel 1989 come gruppo misto di sopravvissuti ed altri attivisti antipsichiatrici. Nel 1990 un donatore privato, il cui figlio si suicidò dentro una istituzione psichiatrica, acquistò la villa che è stata convertita come casa-riparo. Poiché l'essere proprietari della casa era l'unico requisito richiesto dal Senato di Berlino per assicurare il finanziamento per il funzionamento, nient'altro era necessario dopo che la maggioranza politica era cambiata. Occorsero altri sei anni di intense controversie contro le richieste delle varie autorità coinvolte finché finalmente fu accordata una remunerazione giornaliera per le persone alloggiate nella casa, secondo &sect;72BSHG (Legge Federale di Tutela Sociale) "Aiuti per difficoltà sociali speciali". Questo implicò anche un limite al numero del gruppo di persone clienti, senza casa o in procinto di esserlo.

Essendo un progetto apertamente antipsichiatrico la casa-riparo è una sfida continua alla psichiatria e è recepita come una provocazione da una quantità di gruppi sociali. I vicini sono ricorsi in tribunale per prevenire l'apertura della casa, senza ottenerlo. Comunque essi stanno tuttora controllando accuratamente la casa, nonostante niente di straordinariamente pericoloso è finora successo. La casa-riparo ha anche un gruppo di nemici politici, ma speriamo che quanto più a lungo proviamo che ci si lavora utilmente, tanto più debole diventi la loro posizione.

Vita giornaliera nella casa-riparo

Il concetto consiste nel non avere un concetto. Invece di essere una istituzione terapeutica, la casa-riparo è focalizzata alla vita di tutti i giorni. Fino alle tredici i residenti curano la vecchia villa, nella zona Nord di Berlino e gestiscono la vita casalinga, cioè cucinano, puliscono, comprano, lavorano nel giardino o migliorano la casa da soli. Ci sono incarichi di lavoro diversificati, ma ci si compartecipa, si funziona da aiuto o manovalanza ma con la prospettiva di tirare avanti la casa da soli, di assicurarne il funzionamento.

Il team consiste in 10 lavoratori permanenti a tempo parziale e due che lavorano a stipendio pieno. Più importante della qualificazione professionale sono le qualità quali l'attenzione, la tolleranza, la sensibilità, l'apertura, l'esperienza personale, l'abilità nell'aver a che fare con conflitti e una netta attitudine antipsichiatrica. Questo significa trattare i residenti senza pregiudizio, essere schietti, onesti e faccia-a-fronte con essi, non pensare ad essi in termini di malattia mentale ma quali esseri umani responsabili, che decidono da soli la propria vita. Almeno una metà del team sono "sopravvissuti" alla psichiatria. Essere stato paziente in una istituzione psichiatrica non è di per sé una qualifica bastevole per lavorare alla casa-riparo, ma aver avuto l'esperienza di sé stesso averci riflettuto esserne uscito fuori e aver trovato altre vie per uscire dalla recinzione delle emozioni straordinarie, esperienze straordinarie, percezioni straordinarie, pazzia (***), è insieme alla conoscenza della violenza psichiatrica contro di sé, una particolare conoscenza che è parte fondante della casa-riparo. Comunque è importante notare che non tutti i pazienti delle istituzioni psichiatriche erano pazzi. Qualifiche professionali, ma meno significative, dei membri dello staff (di entrambi i tipi, sopravvissuti e no) sono assistenti sociali, pedagoghi, filosofi, psicologi, meccanici. Non ci sono medici professionisti in particolare non ci sono psichiatri a lavorare nella casa.

Chi vive nella casa ?

Possono vivere nella casa-riparo per un massimo di sei mesi tutti gli ex ricoverati in istituzioni psichiatriche che sono senza casa o in situazione di perderla. Il 34% dei residenti (le statistiche si riferiscono al periodo 1996-98) provengono direttamente dall'ospedale psichiatrico, il 20% erano homeless (senza casa, barboni) e vivevano in strada, il 23% provenivano da altre istituti (psichiatrici) o rifugi per donne, il 13% provengono dalla loro famiglia, da amici o conoscenti e infine l'8% dal suo proprio appartamento dove non poteva star più.

Nel primo anno 132 persone sono vissute nella casa, 63 donne e 69 uomini, con una permanenza media nella casa di 62 giorni. Nei primi due anni le donne hanno risieduto per un periodo più lungo degli uomini 98 contro 32 giorni; nel 1998 il periodo medio di permanenza è stato circa identico per donne e uomini. La maggior parte di coloro che chiedono consulenza e supporto alla casa-riparo, hanno lunghe storie di trattamenti psichiatrici, i più sono stati istituzionalizzati più volte, hanno subito ricoveri forzati e pesantemente psicofarmizzati. Sono stati contrassegnati da tutti i tipi di diagnosi psichiatriche durante la loro permanenza nelle istituzioni psichiatriche. Questi etichette-diagnosi sono del tutto irrilevanti nella casa-riparo. L'età media è 33 anni, per quanto si accettano da 18 a 68 anni d'età, ma la psichiatria ha determinato la loro vita in media più di dieci anni ciascuno.

E' significativo notare che difficilmente qualcuno è stato indirizzato alla casa-riparo da altre istituzioni. Insistiamo perciò a chi è interessato alla casa-riparo di contattarci personalmente. Si può risiedere nella casa solo volontariamente e si è liberi di lasciare la casa in ogni momento. Nel colloquio preliminare in cui noi cerchiamo di stabilire se la casa-riparo è il posto giusto per la persona, ci basiamo soltanto sulle informazioni fornite dalla persona potenzialmente prossima residente . Ci fidiamo della sua autodescrizione e non domandiamo nessuna opinione autorevole. Ai miei occhi, questo punto di partenza di prendere seriamente e come valida l'autopresentazione di una persona fatta mediante le sue proprie parole, fa una enorme differenza rispetto la loro precedente esperienza di istituzionalizzazioni, dato che tutti hanno esperienza di marchiatura e pregiudizi dovuti alle contrassegnature psichiatriche. A mio giudizio, una delle più importanti caratteristiche della casa-riparo è che offre una possibilità, delle nuove prospettive, a quelli disaffezionati dal trattamento psichiatrico. In particolare la specifica offerta che ci si può svezzare dagli psicofarmaci (neurolettici, antidepressivi, tranquillanti, litio, carbomezapina ecc) in un ambiente di supporto favorevole, rende la casa-riparo un posto unico. Poiché non ci sono medici nella casa, chi ci risiede deve consultare professionisti o altri specialisti fuori della casa, che non è facile trovare. Noi soprattutto avvertiamo quei residenti che hanno preso la decisione di uscir fuori dagli psicofarmaci, di farlo gradualmente, specialmente quelli che li prendono da parecchio tempo. Parliamo anche di questioni come: Cosa ti aiuta, se ti trovi pazzo? Quale tipo di supporto desideri? ti abbisogna? Quali esperienze hai avuto quando hai dismesso? Molti residenti sono divertiti quando chiediamo dei loro desideri ed esperienze perché nessuno ha mai chiesto prima loro di ciò. Spesso non sanno cosa desiderano od abbisognano perché non hanno mai avuto la possibilità di ottenerlo. Quindi cerchiamo di trovare utili strategie insieme.

Cosa succede nella casa ? - Forme di aiuto

Non ci sono concetti terapeutici sottostanti il lavoro nella casa-riparo. Chi ci risiede ottiene aiuto a proposito di quel che essi desiderano. Essi scelgono due membri dello staff come persone di fiducia, cioè lavoratori nella casa che essi trovano particolarmente ben disposti verso loro, che tengono un occhio sui pensieri fatti o da fare. I residenti possono discutere e parlare con chi vogliono che sia libero del team, ma ci sono le simpatie e si è più a suo agio con certe persone anziché altre. Il sistema apposito di attenzioni e responsabilità rende possibile a tutti i residenti di scegliere con chi vogliono parlare più intensamente.

Oltre l'importante possibilità di vivere attraversando crisi, pazzia, o disagio estremo, in una situazione circostante che supporta tali situazioni senza essere imbottiti di psicofarmaci, il supporto è prevalentemente diretto alla vita di tutti i giorni. Si fanno piani per il futuro: dove i residenti vogliono andare a vivere dopo il periodo nella casa-riparo? Possono andare in un appartamento di loro proprietà? O insieme ad altri in un appartamento condiviso? O in qualche appartamento rifugio o di vita agevolata? E' spesso difficile trovare qualche tipo di appartamento rifugio dove la posizione critica dei residenti rispetto gli psichiatri e gli psicofarmaci sia rispettata, anche perché noi siamo la sola istituzione antipsichiatrica a  Berlino. Ma noi alle volte facciamo trattative e troviamo soluzioni.

Molti residenti non hanno qualifiche professionali né di pratica, alcuni non hanno nemmeno finito la scuola. Sulle loro idee a questo proposito, parliamo: Vogliono tornare a scuola? Sono interessati ad apprendistato o a corsi ? Quale tipo di attività futura immaginano per se stessi? Quali sono i loro talenti? Come possono realizzare le loro idee su una prospettiva di lungo termine? Aver a che fare con l'ufficio di occupazione e con centri di qualificazione, trovare richieste di assunzione, compilare domande sono la pratica dell'aiuto in questo campo.

Ad un livello più basso, sono rilevanti attività del tempo libero ed interessi. A seconda degli interessi dei residenti, nella casa si può fare arte o giardinaggio. Gite fuori della casa, nuoto, andare a party, danza, corsi di sport, andare al cinema, …, trovare nuove attività. Gli impiegati o gli interni possono dare suggerimenti oppure continuare con i propri vecchi interessi, ma è sempre su scelta dei residenti quale attività fare o non fare.

Chiarire la situazione finanziaria dei residenti è un'altra delle occupazioni. Molti residenti vivono con l'aiuto dell'Assistenza Sociale, alcuni hanno pensioni o sovvenzioni per non lavoro. Investigare a quali sovvenzioni hanno diritto, quali autorità sono responsabili e fare le giuste richieste fanno parte della nostra offerta. Se i residenti hanno debiti, li consigliamo di arrivare a patti con i creditori. Purtroppo la situazione giuridica dei residenti è spesso perdente. Spesso i residenti hanno tutori per specifici campi. Se essi vogliono cambiare il tutore per mancanza di fiducia o sensazione di non essere protetti od aiutati, noi li aiutiamo a cambiarlo oppure a liberarsene del tutto. Spesso consigliamo ai residenti avvocati competenti per specifiche questioni. Un altro importante mezzo di proteggersi, se si cade di nuovo in mano alla psichiatria è il >> Testamento Psichiatrico << [ "Volontà rispetto la Psichiatria" "Psychiatric Will"], un documento in cui si dichiara come si vuole essere trattato e cosa si rifiuta, quali psicofarmaci siete d'accordo di voler prendere, quali persone di fiducia debbono essere contattate, di cosa avete bisogno se in crisi , … . E' importante aver compilato questo documento "Volontà rispetto la psichiatria" in uno stato di >> indubbia normalità <<, cioè fuori di istituzioni psichiatriche. Questo documento ha una certa validità giuridica in Germania e permette di uscir prima dalle cliniche e anche di citare in giudizio gli psichiatri se essi non rispettano i desiderata.(****)

La maggior parte dei residenti sono molto isolati quando raggiungono la casa-riparo. Perciò gioca un ruolo importante riflettere sulla relazione con i membri della famiglia e gli amici. Talvolta questo conduce a tentare di riattivare contatti ed amicizie, talvolta porta a terminare relazioni distruttive. Nella casa i residenti si confrontano con una comunità di sopravvissuti che ha avuto esperienze simili. Incoraggiare il potenziale d'autostima dei residenti è una base importante per gli avvenimenti nella casa. Alcuni residenti stanno bene con gli altri, si aiutano l'un l'altro e perfino sviluppano amicizie e contatti che perdurano anche dopo che non si risiede più nella casa. Ma spesso ci sono anche dei conflitti tra i residenti. Talvolta un residente pensa che alcuni lo perseguitano, vogliono danneggiarlo. Se ci sono conflitti, dapprima invitiamo i residenti a risolverli da sé tra loro, ma se non succede uno degli operatori fa da mediatore e sta lì come terza persona. Questo porta ad un particolare lavoro, a discussioni e confronti per chiarire che percezioni differenti di una stessa realtà sono ugualmente valide. Un sentimento di persecuzione può essere concreto reale, sebbene l'altra persona non abbia né l'intenzione né l'interesse di perseguitare. Trovare quanta parte è realtà è una battaglia continua. Ogni residente ha la sua propria storia. Parecchi hanno non solo provato la violenza psichiatrica, ma anche, nella loro fanciullezza, violenza psichica, fisica, sessuale. Parlare della propria vita, essere creduti che si hanno avuto esperienze traumatiche, è una parte importante nella realtà della casa-riparo. Si cerca di potenziare i ricoverati a conservare la propria storia sotto una luce differente, che vada oltre il punto di vista psichiatrico, che dia un senso alla propria esperienza, riappropriarsi del passato. Questo è un aspetto decisivo, uno spazio che la casa-riparo apre.

Strutture

Il controllo da parte degli utenti è assicurato nella casa-riparo a più livelli. Nella "Associazione per la Protezione contro la Violenza Psichiatrica" i membri "sopravvissuti" che correntemente hanno la maggioranza hanno anche il diritto di veto su qualsiasi materia. Abbiamo stabilito che almeno il 50% dei lavoranti interni siano "sopravvissuti alla psichiatria". La metà dei membri del team debbono essere donne - in effetti ora ci sono più donne che uomini che lavorano nella casa. Il corpo delle decisioni sono prese in una riunione settimanale del team, mentre la casa fa riunioni due volte per settimana con tutti i residenti presenti e due operatori. Ogni tanto, specialmente se debbono essere discusse scelte importanti, si tiene una >> assemblea generale << del team e dei residenti. La trasparenza è un punto chiave per persone che hanno sperimentato subito decisioni senza sapere, con accesso negato ai documenti psichiatrici: tutti i documenti ufficiali e le note interne sono scritte in cooperazione con i residenti e sempre a loro accessibili. Essi hanno la possibilità di essere presenti alle riunioni del team quando si discute di loro. Anche noi facciamo relazione scritta di quanto diciamo di loro e lo mettiamo a disposizione, visionabile. Essi possono commentare su qualsiasi cosa i membri del team abbiano scritto a loro proposito. Inizialmente avevamo cominciato senza scritti e relazioni, ma è diventato necessario per poter aver fondi dalle autorità dell'Assistenza Sociale. Comunque, non scriviamo niente sui residenti senza la loro approvazione e cerchiamo di scrivere meno dettagli possibili, allo scopo di rispettare il loro diritto alla privacy. La assemblea di tutti della casa è l'autorità più alta. L'organizzazione della casa, le spese sono discusse in tale assemblea, le attività comuni sono pianificate, i conflitti tra i residenti sono portati come temi all'ordine del giorno, tutte le decisioni riguardanti la vita nella casa sono prese qui. Anche i visitatori possono votare; i nuovi residenti diventano tali dopo un periodo di prova di due settimane; gli operatorie i lavoranti interni hanno un periodo di prova di un giorno. Il team anche vota, se c'è parità prevale, ma non è mai successo finora che ci fosse opposizione completa tra il team e i residenti. Comunque la vere decisioni finali rimangono alla Associazione, [la "Associazione per la Protezione contro la Violenza Psichiatrica" che detiene i diritti di proprietà della casa]. I membri del team funzionano solo come 'facilitatori' nelle assemblee della casa.

Finanze

La permanenza nella casa-riparo è finanziata in base alla &sect;72 BSHG (Legge Federale di Assistenza Sociale). Mediante la remunerazione giornaliera garantita dalla legge come >> aiuto per situazioni speciali di vita << si riesce a coprire solo i bisogni di base. La copertura dei costi si ottiene individualmente per ciascun residente da uno dei 23 differenti uffici di Assistenza sociale di Berlino. Questo dà luogo ad una enorme burocrazia e a situazioni stressanti per ogni residente, dal momento che alcuni degli uffici competenti avanzano difficoltà a coprire i costi, prendono lungo tempo per decidere, garantiscono aiuto solo per un periodo molto breve e domandano una enorme quantità di documenti e giustificazioni. Per caratterizzare questo tipo di >> pazzia degli uffici <<ho inventato la nuova diagnosi >> folia officialis << che descrive la produzione di fiumi di carta, di responsabilità non accettata, di mancanza di disponibilità ecc. [Per ulteriori particolari a questo riguardo cf. il mio articolo >> Ämterwahn << nel libro sulla casa-ricovero: Flucht in die Wirklichkeit, ed. by Kerstin Kempker, Berlin: Peter Lehmann Antipsychiatrieverlag 1998, p.149-158. Il libro dà una eccellente e colorita vista della vita pratica nella casa-riparo e include articoli di residenti, lavoranti, interni e membri della associazione.]

In tempi di scarse risorse e tagli ai budgets, alcuni dei rappresentanti ufficiali considerano la permanenza nella casa-riparo con una spesa di 200 DM al giorno come cara, ma dipende dall'oggetto di paragone. Paragonato ad altre istituzioni come per persone-senza-casa (homeless) che non sono centri di crisi ma cosiddette "pensioni cimiciai" di standard molto basso e con supporto molto basso, la casa-riparo sembra cara, ma facendo il paragone con la guardia psichiatrica (300-700 DM al giorno) è molto a buon mercato. E' una prospettiva molto limitata e miope guardare solo il proprio orticello. Questa prospettiva ristretta combinata all'atteggiamento arrogante verso i residenti come un carico di spesa aggiuntiva anziché persone bisognose di aiuto che chiedono i loro diritti, conduce ad esperienze umilianti per i residenti e spesso causa angoscia e collera verso le autorità. In tale situazione, il dare supporto ai residenti nella lotta per le loro legittime richieste diventa un fatto vitale. Comunque nei 23 differenti uffici di Berlino, abbiamo anche incontrato persone che ci hanno dato supporto e pronto aiuto, che sono contente che ci sia un posto in cui il doppiamente discriminato gruppo dei sopravvissuti alla psichiatria senza casa possa vivere.

La situazione finanziaria nella casa-riparo permane precaria, per quanto siamo sopravvissuti i primi tre anni, ma solo a costo di economie radicali, peggioramenti temporanei delle condizioni di lavoro e un grande sforzo di surlavoro dei lavoranti.

L'esistenza della casa è tuttora in pericolo. L'attuale accordo di finanziamento (basato sulla remunerazione giornaliera che ci si aspetta le differenti Assistenze Sociali versino peri residenti che stanno nella casa) è giunto a scadenza a dicembre1999. C'è un cambiamento nel §93 del BSHG (Legge di Assistenza Sociale), che stabilisce la base giuridica per la remunerazione di servizi sociali: ora è necessario un nuovo piano di finanziamento per il distretto di Berlino. Però, non essendosi giunti ad una definizione, è necessario un finanziamento provvisorio. E' necessario un interessamento pubblico un supporto internazionale interessamento di deputati,  per persuadere il Senatore di Berlino per i servizi sociali e salute, che per ora rifiuta, a continuare a finanziare la casa-riparo. Probabilmente l'impossibilità giuridica di cancellare il patto precedente sarà la ragione principale perché alla fine ce lo rinnovi. Negoziati tra il Senato di Berlino e le Associazioni di Assistenza Sociale stanno continuando per un accordo permanente per dopo il 2000. Poiché continuiamo ad avere influenti nemici politici, non possiamo essere sicuri che nuovamente ragioni puramente politiche, pregiudizi infondati a fianco ad una opposizione ideologica, possano portare ad un arbitrario, negarci il finanziamento. E' per questo che la casa-riparo ha ancora bisogno di supporto morale e finanziario.

Successo

E' difficile parlare di successo basandosi su statistiche o descrivendolo in termini astratti. Comunque solo i residenti stessi possono valutare l'importanza del tempo passato nella casa-riparo. Il 20% dei residenti sono tornati al proprio appartamento (spesso con un supporto individuale di un lavorante per un certo numero di ore a settimana). Il 25% sono andati ad altre istituzioni come case protette, residenze facilitate, case per donne. Il 17% sono andati con amici o familiari. Il 13% sono andati in ospedali psichiatrici o psicosomatici. A proposito di questo gruppo è importante notare che per es. nel 1998, quattro degli otto residenti andati in reparti psichiatrici sono stati nella casa-riparo solo 4 giorni, gli altri 4 meno di un mese. Il 7% ci hanno lasciati per andare in strada o in ricoveri per homeless; il 5% non sappiamo. Dai dati statistici appare evidente che più a lungo si è soggiornato nella casa-riparo, più alto è stato il numero di chi è tornato nel proprio appartamento o in una situazione di supporto poco intenso. Secondo me, l'ideale di tornare al proprio appartamento, essere socialmente integrati, aver trovato lavoro, fare una vita autonoma liberi da psicofarmaci e senza ricadere di nuovo in ricoveri psichiatrici, è una misura molto ambiziosa a cui solo una piccola parte dei residenti si sono avvicinati. Comunque una parte delle cose qualificanti è nei dettagli di piccoli cambiamenti, il successo non può essere definito in termini assoluti.

Per quanto mi riguarda è un successo se i tic facciali sono scomparsi dal volto di una persona afflitta dall' effetto Parkinson cosiddetto collaterale dei neurolettici, quando gradualmente li dismette durante la permanenza nella casa. Il 60% dei residenti non prendevano psicofarmaci prima di arrivare alla casa-riparo o hanno subito smesso. Tutti gli altri gradualmente hanno smesso supportati da medici generici esterni alla casa-riparo.

Sono dell'opinione che è un buon inizio incominciare a pensare diversamente su se stesso, fuori dalle categorie psichiatriche di malattia mentale. Questo implica non dichiarare le proprie esperienze (pazze o straordinarie) una malattia, ma dare loro un senso (che penso ciascuno può trovare solo per se stesso) e prendersene responsabilità. Assumersi responsabilità può essere pesante dopo essere stati a carico delle istituzioni per anni, ma è tuttavia una sfida che può condurre a prospettive completamente diverse e passo passo condurre a realizzazioni sognate per anni. Impazzire è fino ad un certo punto possibile dentro la casa-riparo, finché c'è un certo contatto con il circostante intorno. Contatto non significa necessariamente comunicazione verbale, ci sono varie forme di contatto. Il nostro tipo di supporto della crisi consiste essenzialmente in un >> essere con << , come è stato denominato nella clinica Soteria californiana.

Ad es. alcune donne sono state perfino condotte a rivivere le situazioni di violenza sessuale estrema sofferta da infante o bambina. Tornano ad essere il bambino abusato, lottano con il violentatore. A questo punto interveniamo, prevenendo che si feriscano tra di loro, parlando loro, dire dove stiamo, chi siamo, che nessun male nessuno vuol fare più loro. Essi non intendono, ma ad un certo momento ritornano alla loro realtà adulta. Allora è importante dir loro che cosa è successo in dettaglio, altrimenti non ricorderebbero. Nella psichiatria queste donne sarebbero violentemente legate al letto da parecchi uomini e trattate con neurolettici per forza, il che è proprio ripetere l'esperienza traumatica originaria. La violenza sessuale su bambini che molto spesso conduce ai ricoveri da adulti, per donne ma anche maschi, è una importante riuscita della casa-riparo. Questo nesso è tuttora ampiamente ignorato in psichiatria.

Non tutte le forme di crisi o impazzimenti possono essere supportati nella casa-riparo: Se il contatto o l'accettazione mutua sono impossibili o se la persona viola più volte le regole della casa (non violenza, mutuo rispetto, non consumo di alcool o droghe illegali nella casa) e se non si assume la responsabilità delle sue uscite o se necessita la continua presenza di un addetto per lungo tempo, ci sono difficoltà e perciò il residente deve lasciare la casa. Questo manda nel panico perché difficilmente si trovano alternative. Tuttavia talvolta l'essere gettato proprio a terra aiuta il residente, perché chiarisce la nostra impossibilità e il loro rischiare di dover lasciare la casa.

Un altro aspetto di successo consiste che il residente incomincia a sviluppare e a tentare nuove strategie di come trattare le voci che lui ode o trovare alternative al proprio autolesionismo. Scoprire nuove vie per trattare cose come angoscia, rabbia, aggredire, persecuzione, usando gli sport e la sala rumorosa, gettando parole alle pareti con qualcun altro presente, camminando nei campi, scrivendo, ascoltando o facendo musica, lavorando nel giardino, ecc. possono essere azioni utili. Tutti questi piccoli passi possono favorire la fiducia in sé dei residenti, che in gran parte è stata disturbata a causa della istituzionalizzazione come malati. Non è facile riacquistare fiducia nelle proprie percezioni, se ad esse si è attribuita una realtà distorta o incolpata una malattia mentale, per lungo tempo. I membri survivors del team sono partners importanti per parlare di questi temi, come pure della loro esperienza di disassuefazione dagli psicofarmaci, dal momento che sono stati nella stessa situazione. Essi servono come ruoli-modello, ma anche lo scambio di opinioni con gli altri residenti è anch'esso essenziale.

Sommando tutto, i tre anni e mezzo di esperienza pratica di lavoro nella casa-riparo hanno mostrato che le crisi psichiatriche possono essere trattate senza farmaci psicoattivi e senza mezzi coercitivi. Appare anche evidente che bisognerebbe mettere in piedi altri spazi da-sopravvissuti-controllati con minori restrizioni all'accesso.

[La casa casa-riparo può essere raggiunta a : Weglaufhaus "Villa Stöckle", Postfach 280 427, D-13444 Berlin, Germany, Phone: +49-(0)30-40632146 or fax:+49-(0)30-40632147. Vedi anche il sito web http://www.weglaufhaus.de ]

NOTE :
(*) 'Sopravvissuti':  Il termine tedesco Psychiatrie-Betroffene (persone afflitte dalla / opposte alla psichiatria) non si traduce bene in inglese. Poiché la maggior parte dei membri della Associazione per la Protezione contro la Violenza Psichiatrica chiamano se stessi "sopravvissuti" piuttosto che "(ex-) utenti" della psichiatria, ho qui usato il termine "sopravvissuto", quantunque è più radicale e critico del tedesco "Psychiatre-Betroffene". Ritengo comunque che Psychiatrie-Betroffene contraddistingua meglio il sentimento di violenza subita da chi è gettato in mano alla psichiatria rispetto l'attualmente usato termine Psychiatrie-Erfahrene (persone che hanno sperimentato la psichiatria), usato dalle associazioni nazionali tedesche di (ex-) Utenti e Sopravvissuti alla psichiatria quali la Bundesverband Psychiatrie-Erfahrener

(**) Alcune delle idee base circa la casa-riparo può essere fatta risalire all'articolo di Uta Wehde : "Supporto umano anziché inumano trattamento psichiatrico " in Changes, Vol. 10, No. 2, June 92, pp. 154-160.

(***) 'Pazzia': - a proposito di "pazzia" la parola tedesca per matto o pazzo è >> verrückt << che presa alla lettera contiene la nozione di essere distante dalla normalità. Ciò significa che la pazzia può essere considerata piuttosto una relazione-rapporto anziché una qualità o un difetto da attribuire al pazzo. In accordo a questa lettura io considero la pazzia come un termine descrittivo e non peggiorativo.-

(****) 'Psichiatric Will' (=Volontà in caso di ricovero psichiatrico, anche "Testamento Psichiatrico"):  La versione tedesca del "Psychiatric Will" è pubblicato in: Kerstin Kempker, Peter Lehmann (ed.), StattPsychiatrie, Berlin: PeterLehmann Antipsychiatrieverlag 1993, p. 253-298. La versione tedesca fa riferimento a Thomas Szasz >> The psychiatric will - A new mechanism for protecting persons against > psycosis < and psychiatry in: American Psychologist,1982, Vol. 37, No.78, p.762-770, and >> The psychiatric will:II Whose will is it anyway? <<, in American Psychologist, 1983,vol 38,No. 3,p.344-346. Cf. anche: Kerstin Kempker, Peter Lehmann, >> Unconvenction approach to Psychiatry << in Clinical Psychology Forum, Jan. 1993, p. 28-29.

Copyright by Iris Hölling


Chi è l'autore

Iris Hölling ha studiato filosofia, lavora nella casa-riparo Weglaufhaus fin dalla sua apertura, è membro della "Associazione contro la Violenza Psichiatrica" fin dal 1994, è stata membro del direttivo della "Rete Europea degli (ex-) Utenti e Sopravvissuti alla Psichiatria" ( ENUSP ) [European Network of (ex-)Users and Survivors of Psychiatry] nel 1997-99 e membro del comitato internazionale per la Rete MondialeWNUSP [World Network of (ex-)Users and Survivors of Psychiatry] fin dal 1997.  


Traduzione integrale a cura di NO!PAZZIA dell'originale, versione in inglese, che è http://www.weglaufhaus.de/literatur/iris_eng.html

un altro articolo di aggiornamento in proposito (relazione di Sabine Dick al Congresso Antipsichiatrico di Piacenza del 2004) è qui a

aggioramento casaberlino 2004

il sito madre Weglaufhaus è a

http://www.weglaufhaus.de/index.html

Alcune note presenti all'interno del testo tra parentesi quadre sono state spostate a come note in fondo. Roma 1 marzo 001. - (piccole correzioni dic 003)

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