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Congresso Enusp-Mhe a Brussell su Diritti e Riabilitazione, anche con rappresentante italiano

Si è tenuto a Brussell, aprile 2009, un incontro congiunto tra le associazioni Enusp [Rete Europea Utenti e Sopravvissuti alla Psichiatria - www.enusp.org ] e l'associazione MHE affiliata alla Europa delle 16-24 nazioni [Mental Health.Europe ], incontro rivolto al riferire e controllare il rispetto e la rivendicazione dei diritti umani dei pazienti psichiatrici nelle singole nazioni, nonché al recupero e potenziamento dei 'pazienti' e ..
Sono stati invitati - spese pagate - rappresentanti (24) delle singole nazioni di gruppi nazionali aderenti all'Enusp. Per l'Italia - era stata incaricata No!Pazzia di scegliere rapidamente un rappresentante (che parlasse inglese) - dopo una rapida consultazione tra "sopravvissuti ed utenti critici della psichiatria", abbiamo designato Erveda Sansi che benvolentieri ha partecipato all'incontro. Quale documento quasi identico a quello presentato all congresso da da uno dei principali relator - Jan Wallcraft - Erve ha tradotto il sottostante presentato ad un precedente congresso

[ Erveda Sansi è raggiungibile a <esansi@alice.it> e anche http://senzapsichiatria.blogspot.com/

Comunque IL RESOCONTO UFFICIALE del congresso, anche con foto, è ora disponibile (in inglese) a http://www.enusp.org/congresses/empow-seminar2009.pdf


rapporto di lavoro presentato da Dr. a Congresso Enusp a Praga 2008 [trasmesso da Gabor Gombos], (traduz. di Erveda Sansi)

ENUSP - Eurupean Network of (ex) – Users and Survivors of Psychiatry - (Rete europea degli (ex)-utenti e sopravvissuti alla psichiatria) presenta:

Diritti umani e salute mentale

“Argomenti scottanti” dell’ ENUSP

Ø      Il diritto alla libertà

Ø      Il diritto di essere liberi dalle torture e dai maltrattamenti

Ø      Il diritto al consenso informato e all’integrità fisica e mentale

Ø      Il diritto di essere riconosciuti come persone con identità e potestà, che decidono delle loro cure e a cui è dato un sostegno, se lo richiedono, nel prendere le decisioni.

Rispetto della dignità umana nelle crisi di salute mentale

Ø      Il rispetto della dignità umana e della salute mentale sono strettamente correlate.

Ø      Il coinvolgimento degli utenti non è una questione di correttezza politica, ma un principio necessario sia allo sviluppo delle norme dei diritti umani, che all’incremento degli approcci umani, finalizzati al supporto di coloro che stanno sperimentando crisi di salute mentale.

Consenso politico e partecipazione dei consumatori e/o utenti dei servizi

Ø      Nello scorso decennio c’è stato un largo consenso sulla necessità di coinvolgere gli utenti in tutti gli aspetti della politica e della legislazione, relativi alla salute mentale.

Ø      Tuttavia, questo principio condiviso, non si è sempre risolto in un avanzamento pratico e significativo.

La partecipazione separata dai diritti

Ø      C’è stata una separazione tra la partecipazione degli utenti e i diritti umani nell’ambito della salute mentale.

Ø      Il coinvolgimento e i diritti sono stati relegati ad attività secondaria, invece di costituire parte principale dello sviluppo e della pianificazione nella politica della salute mentale.

Leggi e convenzioni importanti sui diritti umani

Ø      Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 1948

Ø      Convenzione Europea per la Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali, 1950

Ø      Principi delle Nazioni Unite per la Protezione delle Persone con Malattia Mentale, 1991 (Principi sulla Malattia Mentale)

Ø      Convenzione Internazionale dei Diritti Civili e Politici, 1966

Ø      Legge dell’OMS sulla Salute Mentale: dieci principi basilari, 1996

Ø      Atto dei Diritti Umani del Regno Unito, 1998

Ø      Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, 2006

Ø      Assemblea Generale dell’ONU del 28.8.2008, 63°sessione, Item 67 (a) rapporto di Manfred Nowak, Incaricato Speciale del Consiglio dei Diritti Umani sulle torture e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani e degradanti.

Diritti umani e disabilità/malattia mentale

Ø      Le leggi e le convenzioni sui diritti umani, hanno tradizionalmente fallito nell’indirizzare gli interessi specifici delle persone con disabilità, o del sottogruppo con “disabilità” o “malattia” mentale.

Ø      Alcune convenzioni speciali contengono specifiche clausole, necessarie per garantire i diritti a gruppi verosimilmente esposti a discriminazioni e abusi.

Dichiarazione di Vienna, 1993

Ø      Questa Dichiarazione, alla Conferenza Mondiale dei Diritti Umani, ribadisce che le persone con disabilità mentali e fisiche, sono protette dalla legge internazionale dei diritti umani, e stabilisce che i governi devono adottare la legislazione locale per realizzare questi diritti:

Ø      “che tutti i diritti umani e le libertà fondamentali sono universali e che perciò devono includere senza riserve le persone disabili”.

Gli standard dei diritti umani per le persone con disabilità si evolvono

Ø      A partire dall’adozione dei principi dell’ONU sulla malattia mentale e dalla recente attenzione ai diritti basati sulla Convenzione, c’è ora una maggiore attenzione rivolta ai diritti umani delle persone con disabilità.

Ø      Organizzazioni internazionali dei diritti umani come Amnesty International, hanno ora iniziato a riconoscere che le violazioni dei diritti della salute mentale sono violazioni dei diritti umani.

Convenzione ONU contro la tortura

Ø      La Convenzione delle Nazioni Unite Contro la Tortura e altri Trattamenti o Punizioni Crudeli, Inumani o Degradanti (http://www.unhchr.ch/html/menu3/b/h_cat39.htm), è uno strumento internazionale per i diritti umani, inteso a prevenire la tortura e altre simili attività.

Convenzione Europea dei Diritti Umani art. 3

Ø      Nessuno può essere sottoposto a tortura o a trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti”.

Ø      Tina Minkowitz, per conto di Mind Freedom International, rileva che gli interventi psichiatrici coercitivi dovrebbero essere classificati sotto questo titolo.

Rapporto dell’Incaricato Speciale all’Assemblea Generale dell’ONU, luglio 2008.

Ø      40 - Persone con disabilità sono esposte alla sperimentazione medica e a trattamenti sanitari irreversibili senza il loro consenso, come sterilizzazione, aborto e interventi tesi a correggere o alleviare una disabilità come l’elettroshock e i farmaci che alterano la mente, di cui fanno parte i neurolettici.

Ø      41 – L’Incaricato Speciale è preoccupato del fatto che in molti casi tali pratiche, quando perpetrate contro persone con disabilità, restano invisibili o sono giustificate, e non sono riconosciute come torture, o altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti. La recente entrata in vigore della Convenzione dei Diritti delle Persone con Disabilità … fornisce una tempestiva opportunità per riesaminare il quadro contro la tortura in relazione alle persone con disabilità.

Ø      44 – L’Incaricato Speciale fa notare, che in relazione alle persone con disabilità, la Convenzione dei Diritti delle Persone con Disabilità, integra altri strumenti dei diritti umani per la proibizione della tortura e dei maltrattamenti …L’articolo 3) della Convenzione per esempio, proclama il principio del rispetto dell’autonomia individuale delle persone con disabilità, e della loro libertà di scegliere. Inoltre, l’articolo 12) riconosce il loro uguale diritto di godere della capacità legale in ogni area della vita, come la decisione su dove vivere e se accettare i trattamenti sanitari. Inoltre, l’articolo 25) riconosce che le cure mediche delle persone con disabilità, devono essere basate sul loro consenso libero e informato.

Ø      44 - Così, nel caso di precedenti standard non-obbligatori, come i Principi per la protezione delle Persone con Malattie Mentali del 1991… l’Incaricato Speciale fa notare che l’accettazione di trattamenti e restrizioni involontari va contro i provvedimenti della Convenzione dei Diritti delle Persone con Disabilità.

Ø      63 - All’interno delle istituzioni, così come in un contesto di trattamento coercitivo di pazienti esterni, il trattamento psichiatrico, inclusa la somministrazione di neurolettici e altri farmaci che alterano la mente, può essere imposto a persone con disabilità mentale, senza il loro consenso libero e informato, contro il loro volere e sotto coercizione, o come forma di punizione. Durante la detenzione e nelle istituzioni psichiatriche la somministrazione di farmaci, inclusi i neurolettici che causano tremori, dondolii, contrazioni, rendono il soggetto apatico e istupidiscono la sua intelligenza, è stata riconosciuta come forma di tortura.

Ø      63 – L’Incaricato Speciale rileva che la somministrazione coercitiva e non-consensuale dei farmaci psichiatrici, e in particolare dei neurolettici, per il trattamento di una condizione mentale deve essere controllata da vicino.

Ø      A seconda delle circostanze, la sofferenza inflitta e gli effetti sulla salute degli individui possono costituire una forma di tortura o di maltrattamento.

Ø      70 – Contro i continui rapporti che riferiscono di umiliazioni, negligenze, violenze ed abusi perpetrati contro persone con disabilità, il riconoscimento di queste pratiche per quello che sono, cioè torture e maltrattamenti, e l’utilizzo del quadro internazionale anti-tortura, permetterà vie legali per la protezione e i rimedi.

La coercizione non è medicina

Ø      Interventi psichiatrici coercitivi non possono essere considerati pratiche mediche legittime.

Ø      I trattamenti effettuati contro la volontà della persona interessata sono in contrasto con la maggior parte degli altri trattamenti sanitari.

Ø      Negli anni scorsi sono stati fatti alcuni tentativi per estendere il consenso libero e informato nel contesto della salute mentale.

Ø      Tuttavia, la legge e la consuetudine sono ancora basati sulle vecchie pratiche manicomiali, quando i pazienti non avevano alcun potere di rifiutarsi.

La coercizione non può guarire

Ø      Le persone che sono nell’angoscia e nella sofferenza psicologica cercano di guarire ed alleviare il loro dolore. Molti trovano sollievo negli psicofarmaci o ritengono che siano un modo per gestire pensieri e sentimenti disabilitanti.

Ø      Ciò nonostante gli interventi psichiatrici, con questi stessi psicofarmaci e contro il volere della persona, non possono essere giustificati come pratica medica.

Ø      Gli interventi forzati dovrebbero essere intesi come una profonda violazione dell’integrità fisica e mentale di qualunque persona, attuati con il proposito di cambiarne la personalità individuale.

La coercizione causa ferite e sofferenza

Ø      Gli interventi psichiatrici coercitivi terrorizzano e causano danni sia psicologici che fisici.

Ø      “Vedere come di giorno in giorno deterioravo intellettualmente, moralmente ed emotivamente, mi terrorizzava. Prima sparì il mio interesse per i problemi politici, poi il mio interesse per i problemi scientifici, e poi il mio interesse nei riguardi di mia moglie e dei miei figli”.

[La presentazione di Minkowitz al Comitato contro la Tortura, 2006]

            Aiuto medico o controllo sociale?

Ø      In psichiatria, la coercizione cambia il ruolo del medico, che non è libero di concentrarsi nel servire i bisogni espressi dal paziente, ma è mosso dal dovere verso terze parti, per il controllo del “paziente” stesso.

Ø      Questo è in conflitto con la prioritaria lealtà nei confronti del paziente da parte del medico.

Coercizione e diritti umani

Ø      La coercizione in psichiatria è largamente diffusa e centinaia di migliaia di cittadini europei sono privati della loro facoltà legale.

Ø      In molti paesi l’istituzionalizzazione di lunga durata è ancora una routine.

Ø      In quasi tutti i paesi la legge presume che il trattamento sanitario sia un bene indiscutibile, e che le persone diagnosticate siano costrette ad accettarlo.

Ø      Tuttavia, persino entro la professione medica non esiste un accordo sull’efficacia e i benefici dei farmaci e dell’elettroshock.

Le diagnosi psichiatriche non sono basate né sulla scienza né sul consenso

Ø      Le rivendicazioni della psichiatria come scienza sono controverse, nonostante guadagnino terreno in tutto il mondo.

Ø      La psichiatria non è basata su una scienza naturale. Per la malattia mentale non esiste alcun test biologico conclusivo.

Ø      Le diagnosi sono approvate da comitati internazionali, e non emergono dall’osservazione della natura o dal consenso sociale e dei pazienti.

La psichiatria istituzionale può essere (ab)-usata a scopi politici

Ø      La storia della psichiatria evidenzia che è stata originata dal bisogno di controllare elementi della popolazione, non da un’innovazione scientifica.

Ø      In tante parti del mondo e sotto i governi totalitari, la psichiatria è stata chiaramente uno strumento politico.

Ø      La Convenzione Europea permette la “detenzione legale di persone dalla mente difettosa, alcolizzati, tossicodipendenti e vagabondi”.

L’Atto dei Diritti Umani e la legislazione sulla salute mentale

Ø      Il potere di definire una mente difettosa, ricetta per un controllo paternalistico, è ancora nelle mani degli psichiatri, nella speranza che usino questo potere umanamente.

Ø      Secondo Bindman e altri (un gruppo di psichiatri britannici), le cure mentali coercitive sono state affrontate (art. 3 dell’Atto dei Diritti Umani del Regno Unito), ma la giurisprudenza risultante è descritta da Gostin 2000 come “altamente deferente nei confronti delle autorità sulla salute mentale”.

Ø      Alcune sentenze possono essere intese dai clinici di oggi non tanto come protezione dei diritti dei pazienti, ma come autorizzazione per pratiche indesiderabili.

Atto dei Diritti Umani del Regno Unito

Ø      Nell’incorporare la Convenzione Europea sui Diritti Umani, l’Atto dei Diritti Umani del Regno Unito perpetua, invece di contrastare, la minore tutela dell’autonomia dei pazienti con malattia mentale rispetto agli altri pazienti, che rappresenta lo spirito della legislazione convenzionale sulla salute mentale (Szmukler & Holloway, 2000).

Ø      Bindman e altri (2003) argomentano che, nonostante l’Atto, la capacità dei pazienti di prendere decisioni sui trattamenti è essenzialmente ancora ignorata.

Dai Privilegi ai Diritti

Ø      Il rapporto del Consiglio Nazionale sulla Disabilità degli Stati Uniti, NCD, (Gennaio 2000, “Dai privilegi ai diritti: persone etichettate con disabilità psichiatriche, parlano di loro stessi”) raccomanda:

·        che le politiche pubbliche si muovano verso un sistema di salute mentale totalmente volontario;

·        che i trattamenti di salute mentale siano per curare e non per punire; e che alle persone etichettate con disabilità psichiatriche sia dato il ruolo centrale nel definire le politiche e i servizi.

Citazione dal NCD (Consiglio Nazionale sulla Disabilità)

Ø      Quando le persone sono ricoverate in un ospedale generale per ogni altro problema: infarto, cancro, bacino rotto, test, queste persone non si sognerebbero di permettere ai dottori, alle infermiere o agli assistenti di metterle sotto chiave, di sottoporle ad elettroshock, di legarle o di drogarle; e il personale non farebbe queste cose a loro. Quei pazienti sono trattati con compassione, cura, rispetto e dignità; e le persone che hanno seri problemi mentali/emozionali necessitano dello stesso trattamento (Bernice E. Loschen)

Consiglio Nazionale della Disabilità, Gennaio 2000)

La coercizione non è scomparsa ma si è diffusa di più

Ø      La psichiatria coercitiva si espande, come evidenzia la decretazione in tutto il mondo di varie forme di reclusione di pazienti esterni, che autorizza i giudici ad imporre interventi psichiatrici sulle persone che vivono nelle comunità.

Ø      Tuttavia è l’attitudine sociale non la carenza di trattamenti, che hanno dimostrato ancora e sempre, di essere la principale barriera all’inclusione sociale, per molte persone diagnosticate e trattate come malate mentali.

Dal rapporto del Consiglio Nazionale sulle Disabilità

Ø      Le risorse per la ricerca del governo dovrebbero porre una priorità più alta sullo sviluppo di alternative culturalmente più appropriate rispetto all’approccio medico e biochimico della cura di persone etichettate con disabilità psichiatriche. Inclusi l’auto-aiuto, il sostegno dei pari e le alternative al sistema tradizionale della salute mentale introdotte dagli utenti/sopravvissuti.

Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, 2006

Ø      I paesi che hanno sottoscritto e ratificato questa convenzione, si impegnano a promulgare leggi e altre misure, atte a migliorare i diritti e ad accordarsi, per sbarazzarsi delle legislazioni, dei costumi e delle pratiche discriminanti nei confronti delle persone disabili.

Ø      L’idea è che l’assistenza e la carità debbano essere sostituite da nuovi diritti e libertà.

Ø      150 paesi hanno firmato questa Convenzione, ma molti, incluso il Regno Unito, non l’hanno ratificata.

Diritti e sviluppo = vera democrazia

Ø      La convenzione delle Nazioni Unite del 2006, fornisce un modo per correggere anomalie esistenti nei diritti delle persone con disabilità mentale.

Ø      I diritti umani non possono essere rispettati senza il coinvolgimento significativo degli utenti. Il coinvolgimento degli utenti è un diritto come parte della democrazia.

Ø      I diritti e il coinvolgimento, nella concettualizzazione, nei sistemi diagnostici, nella legislazione e nelle decisioni sui trattamenti, potrebbero creare un più accettabile sistema umano di psichiatria.

Conclusioni

Ø      L’esistenza di un forte movimento internazionale di sopravvissuti che richiede cambiamenti è una prova che esistono problemi seri nel sistema corrente.

Ø      Le nostre voci non possono essere escluse dal dibattito per le riforme, specialmente per quanto concerne le diagnosi, i trattamenti, i diritti e le leggi.

Ø      L’aumento di coercizione è un errore costoso. Abbiamo bisogno del diritto alla buona qualità, al trattamento volontario, e al sostegno per l’integrazione sociale.


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