Trafila psichiatrica 1-in breve

Trafila psichiatrica 1-in breve

Chi ha la sventura di cadere una prima volta volontario o per forza nelle maglie della psichiatria statale, seguirà/subirà da quel momento in poi una lunga trafila di succedersi di ricoveri in reparti psichiatrici, alternati a ritorni più o meno lunghi a casa con raccomandate/ imposte cure farmacologiche; poi saranno possibili ricoveri in 'comunità terapeutiche'; alcuni andranno a vivere in case-famiglia; ci saranno frequentemente nuovi ricoveri in reparti psichiatrici ospedalieri; potranno esserci ricoveri anche lunghi in cliniche private o semiprivate o convenzionate, .. ,

trafila quasi sempre lunga tutta la vita,

e per tutto il tempo gli psicofarmaci e gli psichiatri accompagneranno di fatto lo sventurato, nella grande maggioranza dei casi fino alla morte,

e di solito la morte avverrà pematuramente, prima della media dei 'normali' non-psichiatrizzati, a causa dei forti danni medici procuratici dalle 'cure'.

Molti risulteranno così tanto fisicamente e mentalmente debilitati dalle 'cure' da non provare nemmeno a sganciarsi da questa trafila,
alcuni tenteranno di ribellarsi ma in maniera esaperata e spesso disinformati dell'effetto di assuefazione prodotto dai farmaci mostreranno facilmente "comportamenti scomposti o pericolosi", saranno perciò giudicati avere una "ricaduta" e riportati per amore o per forza al reparto psichiatrico.

Dato anche che gli psichiatri sono i soli giuridicamente competenti a convalidare richieste di pensione d'invalidità per 'malattia mentale', di sovvenzioni, di raccomandazioni per ricoveri in case-famiglia, .. , quella psichiatrica è una morsa anche economica. Perciò senz'altro gran parte dei familiari ma anche molti 'pazienti' si assoggettano supini alle decisioni dello psichiatra, visto anche elargitore di sovvenzioni/pensione/...

Non risulta che il 99,9% degli psichiatri abbia mai guarito nessuno, solo tutti risultiamo attutiti e debilitati dalle attuali cure, e perciò zitti e demoralizzati sembriamo alla gente come 'curati' senza esserlo affatto. E non ci sono nemmeno minime prove concrete che ci siano danni al cervello in corrispondenza alle 'diagnosi' psichiatriche.

La sostanza del fenomenio dell'impazzire della pazzia non è affatto compreso dagli psichiatri, che si accontentano di un facile assopimento artificiale della nostra ribellione con droghe chimiche.

Purtoppo persiste nella società attuale una immagine negativa della 'pazzia'. Nella cultura generale colta ma anche popolare da secoli esiste è concreto è possibile che qualcuno possa 'impazzire'. Impazzimento e pazzia quale fenomeno di uscir parecchio "fuori dalle righe" fuori dal comportamento e dalle convinzioni solite note. E con carattere di imprevidibilità inaffidabilità pericolosità. Da ragazzini si impara a riconoscere un noto 'pazzo' in giro.
La società tutta quindi teme e si guarda da sopettati 'pazzi'. Secondo chi scrive a torto nella maggior parte dei casi. Ma si innesca anche un meccanismo sociale di "capro espiatorio", cioè convenienza culturale e sociale - e di molti politici - ad avere qualcuno da colpevolizzare.
Nella società contemporanea si tenta di esorcizzare il timore e la paura del 'pazzo' cambiando i nomi: non 'pazzia' ma 'malattia mentale', intendendo del cervello, e delegare il 'problema dei pazzi' ad un apposito medico specializzato: lo psichiatra. Ora quindi e benvolentieri la cultura i familiari le leggi danno la delega di competenza alla psichiatria, nonostante
1) il cervello risulti senza danni nelle più gravi diagnosi psichiatriche
2) che tranne rare eccezioni presto soffocate (in italia Basaglia) mai nessun psichiatra ci ha compreso ancor meno guarito.

Dato 1) sarebbe più logico dare la competenza a psicologi; ma oramai la psichiatria ha preso l'osso e non lo molla, anche perché si è specializzata a fare da carceriere - sia fisicamente che con droghe dette psicofarmaci -, e questo risulta molto utile ai 'benpensanti' al potere politico a molti familiari allo stato.

La psichiatria forte della delega senza riserve può ora accrescere ampiamente il suo dominio professionale anche a casi che non erano considerati 'pazzia' quali figliol prodighi, figlie ribelli, ragazzini insofferenti della disciplina scolastica. E ora ampiamente e molto lucrosamente per gli psichiatri chi si trova in una situazione di vita insoddisfacente, non è che si trovi in una situazione di vita insoddisfacente e debba cercare di trovare un'altra situazione, ma è "malato mentale depresso" abbisognoso di cure farmaceutiche .. .

La domanda da fare sempre allo psichiatra (magari registrando con un registratore nascosto) è sempre: QUANTI NE HA GUARITI LEI DI PAZIENTI ? E QUANTI SENZA PIU' FARMACI ?

(segue 2-SPDC TSO TSV)